Enver Hoxha nasce a Argirocastro, nel sud dell’Albania, il 16 ottobre 1908; suo padre era un modesto impiegato, per molti anni emigrato in America; sua madre era una casalinga. Una grande influenza sulla crescita spirituale di Enver Hoxha fu esercitata da suo zio Hyen Hoxha, un uomo che per quel periodo fu un deciso rivoluzionario.
Enver Hoxha rappresentò Argirocastro il 28 novembre 1912 nell’atto di proclamazione dell’indipendenza dell’Albania, firmando un documento che consacrava la volontà del popolo albanese di liberarsi dal giogo dell’impero turco.
Enver Hoxha rappresentò Argirocastro il 28 novembre 1912 nell’atto di proclamazione dell’indipendenza dell’Albania, firmando un documento che consacrava la volontà del popolo albanese di liberarsi dal giogo dell’impero turco.
Enver Hoxha in seguito assunse anche un atteggiamento ostile nei confronti del regime reazionario del re Zog. Ciò ebbe un ruolo fondamentale nella sua formazione delle idee politiche. Nella sua città respirò l’aria della protesta contro un governo repressivo che culminò nella rivoluzione democratica del 1924. Dopo aver terminato la scuola elementare frequentò il liceo di Argirocastro.
Enver Hoxha, in seguito, assunse anche un atteggiamento ostile nei confronti del regime reazionario del re Zog. Ciò ebbe un ruolo fondamentale nella sua formazione delle idee politiche. Nella sua città respirò l’aria della protesta contro un governo repressivo che culminò nella rivoluzione democratica del 1924. Dopo aver terminato la scuola elementare frequentò il liceo di Argirocastro.
A 16 anni fu già tra i primi iniziatori e anche segretario della Società degli studenti di Argirocastro, che era permeata da uno spirito democratico-rivoluzionario. Guidò la protesta degli studenti progressisti quando il centro fu chiuso dal governo dopo un anno. Lasciò Argirocastro per trasferirsi a Korça, dove continuò gli studi al liceo francese. Qui imparò la storia, la letteratura e la filosofia francesi. In questa città lesse per la prima volta il “Manifesto del Partito comunista” che gli fu dato da un operaio di nome Koçi Bako.
A 16 anni fu già tra i primi iniziatori e anche segretario della Società degli studenti di Argirocastro, che era permeata da uno spirito democratico-rivoluzionario. Guidò la protesta degli studenti progressisti quando il centro fu chiuso dal governo dopo un anno. Lasciò Argirocastro per trasferirsi a Korça, dove continuò gli studi al liceo francese. Qui imparò la storia, la letteratura e la filosofia francesi. In questa città lesse per la prima volta il “Manifesto del Partito comunista” che gli fu dato da un operaio di nome Koçi Bako.
In questo periodo apprese anche per la prima volta della Rivoluzione socialista d’Ottobre; tutto ciò insieme alle idee della Rivoluzione francese che entusiasmarono Enver Hoxha, determinò il suo sviluppo culturale e le sue tendenze politiche. Nell’estate del 1930 terminò gli studi al liceo di Korça con ottimi voti; nello stesso anno vinse una borsa di studio per frequentare la facoltà di scienze naturali a Montepellier in Francia. Voleva studiare filosofia o giurisprudenza.
Qui frequentò le lezioni e le conferenze dell’Associazione dei lavoratori organizzate dal Partito comunista francese. Dopo un anno, non avendo molto interesse per la biologia, lasciò Montepellier per andare a Parigi, sperando di continuare gli studi universitari. Seguì corsi alla facoltà di filosofia della Sorbona e, nell’ambiente marxista della capitale francese, collaborò con “Humanité”, scrivendo alcuni articoli sulla situazione in Albania.
Qui frequentò le lezioni e le conferenze dell’Associazione dei lavoratori organizzate dal Partito comunista francese. Dopo un anno, non avendo molto interesse per la biologia, lasciò Montepellier per andare a Parigi, sperando di continuare gli studi universitari. Seguì corsi alla facoltà di filosofia della Sorbona e, nell’ambiente marxista della capitale francese, collaborò con “Humanité”, scrivendo alcuni articoli sulla situazione in Albania.
Qui Hoxha ebbe l’opportunità di studiare “Il Capitale” di Marx e “Anti-Dühring” di Engels. Per queste ragioni nel novembre del 1933 gli fu negata la borsa di studio dal governo di Zog. Per motivi economici e con l’aiuto di alcuni amici albanesi si recò a Bruxelles, dove trovò un impiego nel consolato albanese. Frequentò corsi universitari alla facoltà di giurisprudenza; qui ampliò e arricchì la sua conoscenza della letteratura marxista-leninista.
Qui ebbe l’opportunità di studiare “Il Capitale” di Marx e “Anti-Dühring” di Engels. Per queste ragioni nel novembre del 1933 gli fu negata la borsa di studio dal governo di Zog. Per motivi economici e con l’aiuto di alcuni amici albanesi si recò a Bruxelles, dove trovò un impiego nel consolato albanese. Frequentò corsi universitari alla facoltà di giurisprudenza; qui ampliò e arricchì la sua conoscenza della letteratura marxista-leninista.
Ancora una volta fu licenziato, perché il console scoprì tramite gli agenti di Zog che il suo impiegato aveva depositato nel suo ufficio materiali e libri rivoluzionari. In quel periodo studiò in Francia e lavorò in Belgio, frequentando anche l’Università di Bruxelles. Essendo senza lavoro e senza soldi, non riuscì a terminare gli studi universitari, così Enver Hoxha nell’estate del 1936 tornò definitivamente in Albania. Trascorse un breve periodo nella sua città natale, entrò in contatto con i comunisti albanesi e nel luglio del 1936 conobbe Alì Kelmendi, un comunista albanese. Ebbe contatti con il gruppo comunista di Korca, che era il più solido e organizzato del movimento. Ritornò a Korca come insegnante nel liceo francese.
Ancora una volta fu licenziato, perché il console scoprì tramite gli agenti di Zog che il suo impiegato aveva depositato nel suo ufficio materiali e libri rivoluzionari. In quel periodo studiò in Francia e lavorò in Belgio, frequentando anche l’Università di Bruxelles. Essendo senza lavoro e senza soldi, non riuscì a terminare gli studi universitari, così Enver Hoxha nell’estate del 1936 tornò definitivamente in Albania. Trascorse un breve periodo nella sua città natale, entrò in contatto con i comunisti albanesi e nel luglio del 1936 conobbe Alì Kelmendi, un comunista albanese. Ebbe contatti con il gruppo comunista di Korca, che era il più solido e organizzato del movimento. Ritornò a Korca come insegnante nel liceo francese.
Il 7 aprile 1939 l’Italia occupò l’Albania. Per le sue idee apertamente rivoluzionarie e antifasciste fu licenziato. Lasciò Korca, andò a Tirana, la capitale albanese, il 29 novembre 1939.Qui lavorò part-time per un breve periodo come insegnante nella scuola elementare governativa dove fù nuovamente licenziato perché ormai era noto come comunista. Con l’aiuto di alcuni amici aprì un piccolo negozio, che divenne una copertura per la sua attività clandestina. Entrò in contatto con molti membri dei vari gruppi comunisti, quello di Scutari, quello della gioventù di Korca, ecc.
Il 7 aprile 1939 l’Italia occupò l’Albania. Per le sue idee apertamente rivoluzionarie e antifasciste fu licenziato. Lasciò Korca, andò a Tirana, la capitale albanese, il 29 novembre 1939.Qui lavorò part-time per un breve periodo come insegnante nella scuola elementare governativa dove fù nuovamente licenziato perché ormai era noto come comunista. Con l’aiuto di alcuni amici aprì un piccolo negozio, che divenne una copertura per la sua attività clandestina. Entrò in contatto con molti membri dei vari gruppi comunisti, quello di Scutari, quello della gioventù di Korca, ecc.
In collaborazione con gli attivisti comunisti di questi gruppi lavorò attivamente per l’unificazione del movimento comunista sparso, con la ferma intenzione di creare un unico partito comunista. L’8 novembre 1941 fu fondato il Partito Comunista d’Albania ed Enver Hoxha, che aveva svolto un ruolo importante e decisivo, fu scelto tra i 7 membri del Comitato Centrale provvisorio. Secondo la decisione dell’assemblea, nessuno fu scelto segretario o presidente. Ben presto Enver Hoxha si dimostrò il vero leader del partito. Svolse un’intensa attività per l’organizzazione del partito a Tirana e nelle varie città e regioni dell’Albania.
In collaborazione con gli attivisti comunisti di questi gruppi lavorò attivamente per l’unificazione del movimento comunista sparso, con la ferma intenzione di creare un unico partito comunista. L’8 novembre 1941 fu fondato il Partito Comunista d’Albania ed Enver Hoxha, che aveva svolto un ruolo importante e decisivo, fu scelto tra i 7 membri del Comitato Centrale provvisorio. Secondo la decisione dell’assemblea, nessuno fu scelto segretario o presidente. Ben presto Enver Hoxha si dimostrò il vero leader del partito. Svolse un’intensa attività per l’organizzazione del partito a Tirana e nelle varie città e regioni dell’Albania.
Fu il principale ispiratore della vita politica del partito, che consisteva nell’organizzare la lotta armata mediante un fronte unito di tutte le forze, indipendentemente dal loro orientamento politico e ideologico. Nel settembre del 1942 alla Conferenza di Pesa fu costituito il Fronte Nazionale di Liberazione. Condannato a morte in contumacia da un tribunale fascista, Enver Hoxha visse e operò illegalmente a Tirana e nelle varie regioni del Paese. Nel marzo del 1943 la prima Conferenza Nazionale del CPA lo elesse formalmente Segretario Generale del Partito, carica che ricoprì fino alla morte. Fondò l’Esercito di Liberazione Nazionale che, nella primavera del 1944, contava circa 70 mila uomini. Il ruolo di Enver Hoxha come figura politica e militare fu molto importante e forse fondamentale.
Fondamentale fu anche il ruolo che Enver Hoxha svolse nell’organizzazione del nuovo sistema politico. Consapevole del fatto che l’Albania nel dopoguerra non poteva più essere un dominio feudale della borghesia, né una colonia delle potenze imperialiste, Enver Hoxha nel partito ispirò la creazione di embrioni del nuovo potere politico: i Consigli nazionali di liberazione. Nel maggio del 1944 il Congresso antifascista di Permet scelse Enver Hoxha come presidente del Comitato nazionale antifascista di liberazione, che era a quell’epoca l’unico organo legislativo dello Stato albanese, con gli attributi di un governo provvisorio, e comandante in capo dell’esercito. Dopo 4 mesi, in vista della prossima liberazione del paese, il Comitato fu trasformato in un governo democratico provvisorio ed Enver Hoxha divenne il primo capo di governo della nuova Albania.
Fondamentale fu anche il ruolo che Enver Hoxha svolse nell’organizzazione del nuovo sistema politico. Consapevole del fatto che l’Albania nel dopoguerra non poteva più essere un dominio feudale della borghesia, né una colonia delle potenze imperialiste, Enver Hoxha nel partito ispirò la creazione di embrioni del nuovo potere politico: i Consigli nazionali di liberazione. Nel maggio del 1944 il Congresso antifascista di Permet scelse Enver Hoxha come presidente del Comitato nazionale antifascista di liberazione, che era a quell’epoca l’unico organo legislativo dello Stato albanese, con gli attributi di un governo provvisorio, e comandante in capo dell’esercito. Dopo 4 mesi, in vista della prossima liberazione del paese, il Comitato fu trasformato in un governo democratico provvisorio ed Enver Hoxha divenne il primo capo di governo della nuova Albania.
Dopo la liberazione, che fu l’esclusiva conquista dello stesso Esercito di liberazione albanese, Enver Hoxha iniziò una nuova fase nella lotta affinché l’Albania risorgesse sulla via del socialismo. Nel marzo del 1946 l’Assemblea costituente,scelto nelle elezioni del dicembre 1945, proclamò l’Albania Repubblica Popolare e nominò Enver Hoxha Primo Ministro, carica che ricoprì fino al 1954. Nell’agosto dello stesso anno Enver Hoxha partecipò alla Conferenza di Pace di Parigi come capo della delegazione albanese, difendendo brillantemente il diritto del suo popolo a essere considerato membro della coalizione antifascista, opponendosi alle rivendicazioni territoriali della Grecia.
Il periodo 1947-1948 fu segnato dall’atteggiamento fermo e determinato di Enver Hoxha nell’impedire la realizzazione delle intenzioni di Tito: trasformare l’Albania in una repubblica jugoslava. La sfiducia di Enver Hoxha nei confronti dei leader jugoslavi e di Tito ebbe origine durante la guerra e si sviluppò nel dopoguerra. Man mano che i rapporti tra i due stati crescevano, crescevano anche i dubbi di Enver Hoxha sulle reali politiche della Jugoslavia. Questi dubbi erano alimentati dal modo in cui erano condotte le relazioni economiche tra i due paesi e dalla tendenza sempre più forte della Jugoslavia a fare dell’Albania uno stato satellite. Soprattutto il problema nazionale, con la mancanza di autodeterminazione per il Kosovo promessa da Tito e mai realizzata, alimentava i dubbi di Enver Hoxha sui leader jugoslavi.
Il periodo 1947-1948 fu segnato dall’atteggiamento fermo e determinato di Enver Hoxha nell’impedire la realizzazione delle intenzioni di Tito: trasformare l’Albania in una repubblica jugoslava. La sfiducia di Enver Hoxha nei confronti dei leader jugoslavi e di Tito ebbe origine durante la guerra e si sviluppò nel dopoguerra. Man mano che i rapporti tra i due stati crescevano, crescevano anche i dubbi di Enver Hoxha sulle reali politiche della Jugoslavia. Questi dubbi erano alimentati dal modo in cui erano condotte le relazioni economiche tra i due paesi e dalla tendenza sempre più forte della Jugoslavia a fare dell’Albania uno stato satellite. Soprattutto il problema nazionale, con la mancanza di autodeterminazione per il Kosovo promessa da Tito e mai realizzata, alimentava i dubbi di Enver Hoxha sui leader jugoslavi.
Gli anni ’50 furono gli anni dei primi, più difficili passi per l’Albania verso lo sviluppo economico, sociale e culturale. Per valutare correttamente e oggettivamente questa esperienza di quasi cinquant’anni, per comprendere la vastità della trasformazione politica, economica, sociale e culturale che si realizzò, bisogna tener conto dell’enorme arretratezza che l’Albania aveva ereditato dal passato. Un paese con un’economia completamente agricola, con un’agricoltura primitiva segnata da rapporti economici feudali, quasi totalmente privo di industria, con un livello di istruzione molto basso: l’80-85% della popolazione era analfabeta; una speranza di vita che non raggiungeva i 40 anni; questa era l’Albania prima della guerra. A tutto ciò vanno aggiunte le vittime umane, 28 mila caduti su 800 mila abitanti e le distruzioni della guerra.
Enver Hoxha, come leader del CPA e come capo del governo, ha svolto un ruolo importante in quella che si è rivelata una lotta ancora più sanguinosa della guerra, per la rinascita dell’Albania. La politica del Partito del Lavoro – così chiamato dopo il primo congresso del novembre 1948 – aveva tre orientamenti fondamentali: l’industrializzazione, lo sviluppo dell’agricoltura attraverso la formazione di cooperative e un programma per lo sviluppo dell’istruzione e della cultura. Enver Hoxha è stato l’ispiratore e l’autore del lavoro che è stato svolto in quegli anni, come leader del Partito del Lavoro. Con grandi sacrifici, con enorme entusiasmo popolare e anche con l’aiuto dei paesi socialisti – l’Unione Sovietica negli anni ’50 e per un certo periodo dopo anche la Cina – l’Albania è stata trasformata in un paese avanzato, molto lontano dal livello ereditato dal passato, e questo era già un progresso eccellente.
Enver Hoxha, come leader del CPA e come capo del governo, ha svolto un ruolo importante in quella che si è rivelata una lotta ancora più sanguinosa della guerra, per la rinascita dell’Albania. La politica del Partito del Lavoro – così chiamato dopo il primo congresso del novembre 1948 – aveva tre orientamenti fondamentali: l’industrializzazione, lo sviluppo dell’agricoltura attraverso la formazione di cooperative e un programma per lo sviluppo dell’istruzione e della cultura. Enver Hoxha è stato l’ispiratore e l’autore del lavoro che è stato svolto in quegli anni, come leader del Partito del Lavoro. Con grandi sacrifici, con enorme entusiasmo popolare e anche con l’aiuto dei paesi socialisti – l’Unione Sovietica negli anni ’50 e per un certo periodo dopo anche la Cina – l’Albania è stata trasformata in un paese avanzato, molto lontano dal livello ereditato dal passato, e questo era già un progresso eccellente.
Furono costruiti grandi complessi industriali, centrali termoelettriche e idroelettriche, bonificati paludi, argini e fiumi, costruite città completamente nuove dal nulla. Fu sviluppato un sistema molto diffuso di scuole elementari e medie che assicurava l’istruzione a tutti i bambini; l’intero paese fu elettrificato. Enver Hoxha sapeva benissimo che l’Albania non era il paradiso in terra, che era ancora molto lontana dai paesi più avanzati d’Europa.
Gli ultimi cinquant’anni furono segnati da crescenti divergenze con i leader sovietici. Il Partito del Lavoro d’Albania e Enver Hoxha personalmente avevano molte riserve sul nuovo corso applicato ufficialmente da Krusciov dopo il XX Congresso del PCUS. Per Enver Hoxha non c’era solo la questione di Stalin, ma soprattutto la politica verso gli USA e l’imperialismo mondiale, e ancora di più le tendenze egemoniche della nuova URSS, verso i paesi socialisti. Enver Hoxha, nei contatti avuti con Krusciov, espresse le sue riserve in diverse occasioni: a Mosca nel dicembre del 1956, nell’aprile del 1957, nel gennaio del 1960 e anche a Tirana nel maggio del 1959. Al suo arrivo alla Conferenza degli 81 partiti fratelli tenutasi a Mosca il 16 novembre 1960, Enver Hoxha in un coraggioso discorso rese pubbliche le sue riserve e le sue accuse riguardo al nuovo corso sovietico. Questo atto segnò anche la rottura ufficiale tra Albania e URSS.
Gli ultimi cinquant’anni furono segnati da crescenti divergenze con i leader sovietici. Il Partito del Lavoro d’Albania e Enver Hoxha personalmente avevano molte riserve sul nuovo corso applicato ufficialmente da Krusciov dopo il XX Congresso del PCUS. Per Enver Hoxha non c’era solo la questione di Stalin, ma soprattutto la politica verso gli USA e l’imperialismo mondiale, e ancora di più le tendenze egemoniche della nuova URSS, verso i paesi socialisti. Enver Hoxha, nei contatti avuti con Krusciov, espresse le sue riserve in diverse occasioni: a Mosca nel dicembre del 1956, nell’aprile del 1957, nel gennaio del 1960 e anche a Tirana nel maggio del 1959. Al suo arrivo alla Conferenza degli 81 partiti fratelli tenutasi a Mosca il 16 novembre 1960, Enver Hoxha in un coraggioso discorso rese pubbliche le sue riserve e le sue accuse riguardo al nuovo corso sovietico. Questo atto segnò anche la rottura ufficiale tra Albania e URSS.
Da quel momento Enver Hoxha, sostenuto per un breve periodo di tempo dai cinesi, divenne l’unico eroico combattente contro il revisionismo moderno. Per tutta la vita difese la teoria e i principi in cui credeva, il marxismo-leninismo. Rifiutò ogni deviazione dallo spirito rivoluzionario di questa teoria. Jugoslavo, sovietico, cinese, eurocomunista, tutti erano per lui il cavallo di Troia nel movimento comunista e operaio internazionale. Enver Hoxha voleva difendere le vittorie del socialismo in Albania e l’indipendenza stessa del paese. Negli anni ’70 si aprirono nuovi fronti di lotta, tutti coloro che all’interno del Partito e dello Stato erano contrari al socialismo vennero smascherati.
Enver Hoxha ebbe un infarto nel 1973 e, sebbene riuscì a riprendersi abbastanza bene, non poté più dedicare il massimo del suo essere a questa nuova lotta. Infatti, da quel momento in poi l’attività di Enver Hoxha nel Partito e nello Stato tendeva sempre più a diminuire. Iniziò da parte dei nemici infiltrati nel Partito e nello Stato l’opera di distruzione metodica e sistematica di tutto ciò che era stato realizzato sulla strada del socialismo in Albania. Dalla fine degli anni ’70 e dall’inizio degli anni ’80 Enver Hoxha iniziò un periodo di intensa attività teorica.
Enver Hoxha ebbe un infarto nel 1973 e, sebbene riuscì a riprendersi abbastanza bene, non poté più dedicare il massimo del suo essere a questa nuova lotta. Infatti, da quel momento in poi l’attività di Enver Hoxha nel Partito e nello Stato tendeva sempre più a diminuire. Iniziò da parte dei nemici infiltrati nel Partito e nello Stato l’opera di distruzione metodica e sistematica di tutto ciò che era stato realizzato sulla strada del socialismo in Albania. Dalla fine degli anni ’70 e dall’inizio degli anni ’80 Enver Hoxha iniziò un periodo di intensa attività teorica.
Tutta la sua esperienza, tutta la sua vita, da attivista a leader comunista, è contenuta nei vari volumi da lui scritti. Tra questi:
“Autogestione” jugoslava – Una teoria e una pratica capitalista (1978) –
Imperialismo e Rivoluzione (1978) –
Riflessioni sulla Cina (1979) –
Con Stalin (1979) –
L’eurocomunismo è anticomunismo (1980) –
I Kruscioviani (1980) –
La minaccia anglo-americana all’Albania (1982) –
I titisti (1982) –
Riflessioni sul Medio Oriente (1984) –
Gettare le fondamenta della Nuova Albania (1984) –
Due popoli amici (1985) –
Le superpotenze (1985) –
Negli anni ’80 lo stato di salute di Enver Hoxha peggiorò, soffrì di diabete e nel 1983 fu colpito da un’ischemia cerebrale, e di nuovo nel 1984. Il 9 aprile 1985, subì un arresto cardiaco; i medici riuscirono a rianimarlo, ma fu privato della coscienza. L’11 aprile 1985 morì Enver Hoxha. La sua morte fu sentita dal popolo come una grande perdita. Ci fu un dolore sincero e sentito a livello nazionale. Il popolo albanese lo amava e lo adorava.
Negli anni ’80 lo stato di salute di Enver Hoxha peggiorò, soffrì di diabete e nel 1983 fu colpito da un’ischemia cerebrale, e di nuovo nel 1984. Il 9 aprile 1985, subì un arresto cardiaco; i medici riuscirono a rianimarlo, ma fu privato della coscienza. L’11 aprile 1985 morì Enver Hoxha. La sua morte fu sentita dal popolo come una grande perdita. Ci fu un dolore sincero e sentito a livello nazionale. Il popolo albanese lo amava e lo adorava.